WORDWORK
Volti di poeti, scrittori, artisti, musicisti, attori, registi, politici, economisti, scienziati e filosofi si offrono allo sguardo come i protagonisti di una mitologia quotidiana, rispettosa eppure desacralizzante, in una volontaria commistione tra comunicazione di massa e problematiche artistiche.
FRIDA – 2023.
Smalto e gesso su legno, 150x120cm
Quella di Cufrini vuole essere testimonianza lieve eppure indispensabile, ovvero di essere traghettatore consapevole di culture allo sbando, archeologo e visionario, scopritore e inventore.
MONTALCINI – 2013.
Smalto e gesso su legno, 150x120cm
Come sottolineato in un puntuale scritto di Loredana Rea, “sono i simulacri di un tempo senza più tempo, scelti per esemplificare il significato di una presenza differente, che rischia di essere sopraffatta dalla noncuranza. Personaggi effigiati si susseguono con l’intento di recuperare la flagranza della loro vita e il significato delle loro scelte comportamentali, sempre fuori dai modelli imposti dalla società”.
PICASSO – 2013.
Smalto e gesso su legno, 120x120cm
E non è un caso, allora, che dal suo prologo ad oggi, il lavoro di Cufrini imbandisca una fibra sottile ma consistente che tenga fede – come percorso inarrestabile – ad un preciso intento narrativo all’interno del quale le anime dell’esistenza-presenza e della mancanza-assenza sono direttrici innegabili o, meglio ancora, terra feconda di incontro e di conflitto.
DALì – 2013.
Smalto e gesso su legno, 120x120cm
“Credo che un artista sia tale laddove colga la “sostanza” del proprio intervallo sociale e su di questa apparecchi la proiezione immaginifica del proprio “sentire”, legge la contemporaneità come tempo di confine e pertanto privo di sollievi o di solide persuasioni su ciò che è, su ciò che sarà”, afferma Rocco Zani.
CHAPLIN – 2014.
Smalto e gesso su legno, 120x120cm
Da qui la necessità, prosegue Loredana Rea, di comporre “una sorta di galleria della memoria, in cui le icone della contemporaneità, nutrite dalla persistenza e dall’ammirazione, si susseguono”.
HITCHCOCK – 2014.
Smalto e gesso su legno, 120x120cm
Ma non è questo un gettar le armi o un indugio nel pantano del remoto, piuttosto la consapevolezza – rara – di repertare il tempo dei padri – ultima frontiera di evidenze – affinché nulla di ciò sia annullato da un sentire comune (quello attuale) disabituato allo “sguardo degli altri” e piuttosto incline al seppellimento del cuore.
MASTROIANNI – 2015.
Smalto e gesso su legno, 150x125cm
Eccola la testimonianza di Cufrini, che Zani definisce “capace di riannodare radici e vuoti incolmabili, di recuperare brandelli e farne Storia, ovvero presupposto di un nuovo ascolto. E in questa latitanza di convincimenti finanche l’arte può riaffermarsi sotto vesti insolite, come sostegno periferico o come svuotata anch’essa di equilibri cromatici.
EINSTEIN – 2015.
Smalto e gesso su legno, 120x120cm
Basta un bianco incommensurabile o il nero della notte per fermare il tempo vicino affinché nessuno lo disperda. La presenza in fondo è proprio nella scrittura – tenue, lieve, mai urlata – di un’assenza che è comunque crocevia del ripensamento e pertanto di una obbligatoria riflessione. Come a dire che meno “amplificato” è il racconto (privo di scorciatoie estetiche, di acrobazie formali, di grida) più intima e diretta è la notizia. Mi pare che Cufrini segua questa andatura”.
JOBS – 2014.
Smalto e gesso su legno, 195x195cm